Se pensate che il food marketing sia semplicemente un insieme delle strategie di posizionamento, comunicazione e di marketing, applicate al settore del food, vi state sbagliando!

Le basi del marketing e della comunicazione sono fondamentali e senza di esse, nel settore food come negli altri settori, si creano strategie improvvisate e poco efficaci. Tuttavia c’è molto di più. I Consumatori negli ultimi venti anni sono molto cambiati. Sono più esigenti, attenti, informati, propensi al cambiamento e quindi meno fedeli alla Marca. Questo porta da un lato grosse potenzialità ma crea anche instabilità e fluttuazioni potenzialmente disastrose.

Per questo non basta più una buona pubblicità o una solida strategia di marketing ma c’è bisogno di costruire una storytelling che possa collegare il consumatore alla storia costruita intorno al brand.

C’è Barilla, che fin dai suoi primissimi spot “dove c’è Barilla c’è casa” racconta una storia che va oltre il prodotto. C’è la Mulino Bianco, la Coop, San Crispino, Melinda e tanti altri marchi che ancor prima del prodotto, parlano di persone e stili di vita, per dar vita a quella “experience” in grado di coinvolgere, affascinare e far sognare.

Tutto questo, in una visione più coinvolgente del consumatore del momento d’acquisto, rende fondamentale non solo il “cosa”, ma anche il “dove” e “come”. Viviamo in una realtà sociale in cui i pasti vengono sempre meno consumati a casa. Si mangia per socializzare, si mangia agli incontri di lavoro, si mangia per stuzzicare i sensi, si mangia per autodefinirsi socialmente.

Capita la direzione in cui il mercato e il settore del food sta andando, per rendere qualsiasi marchio o prodotto appetibile, che si tratti di cibo, bevande o un locale, bisogna investire affinché diventi unico.

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